Una svolta possibile in Medio Oriente
Responsabilità e scelte non più rimandabili.
Una dichiarazione, quella di New York. finalmente equilibrata che chiama Hamas e Israele alle loro responsabilità. Un bel primo passo verso la Pace e la risoluzione delle controversie per vie diplomatiche.
Certo bisognerà vedere cosa dirà l’Iran e che istruzioni darà ai “proxy” (Hezbollah in Libano, milizie sciite in Iraq, Houthi nello Yemen e diversi gruppi in Siria)
Ora servono atti concreti per cambiare davvero lo scenario.
Finalmente un atto che mette Hamas di fronte alle sue responsabilità, indicando chiaramente la necessità di smantellare la sua struttura terroristica. Ma, al tempo stesso, impone anche a Israele una scelta netta: non può più ignorare il peso delle proprie azioni, né tantomeno continuare a coprire le derive autoritarie e violente del governo guidato da Benjamin Netanyahu, definito senza mezzi termini un terrorista da arrestare.
Questa dichiarazione rappresenta un passo importante, forse decisivo, verso un nuovo assetto in Medio Oriente. Non sarà certo il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, bloccato da veti incrociati e interessi contrapposti di potenze come Usa e Russia, a fare la differenza. Ma le parole contano, soprattutto quando sono chiare e bilanciate. E stavolta lo sono.
Non si può più fingere che una parte sola sia responsabile di un conflitto che si trascina da decenni, seminando morte e distruzione su entrambi i fronti. Chiedere la fine del terrorismo di Hamas e al tempo stesso pretendere responsabilità da Israele non è un atto di equidistanza ipocrita, ma un passaggio necessario per avviare qualsiasi percorso credibile di pace.
Fa piacere, in questo contesto, vedere l’Italia finalmente tra i firmatari di una posizione coraggiosa e chiara. Meno comprensibile – ma purtroppo prevedibile – l’assenza della Germania, ancora una volta paralizzata da un senso di colpa storico che le impedisce di avere uno sguardo lucido sull’attualità.
Ora servono scelte, non solo parole. Ma almeno la direzione è stata indicata. E chi vuole davvero la pace non può che seguirla.
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