Aggressioni ai medici, numeri in crescita
Negli ultimi anni i dati della Federazione hanno rilevato che le aggressioni contro il personale sanitario sono aumentate del 55%: episodi sempre più frequenti e violenti.
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“Non possiamo più tollerare che chi ogni giorno si prende cura dei cittadini rischi la vita sul posto di lavoro. L’aggressione al medico del 118 a Torino è un atto di delinquenza, e purtroppo è l’ennesimo episodio di una lunga serie che sta trasformando gli ospedali e i servizi di emergenza in zone a rischio”. Lo dichiara in una nota Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso). “Basta violenza”, ammonisce. “Il Servizio sanitario nazionale è un gioiello da difendere e anche l’intelligenza artificiale può aiutare”.
Negli ultimi anni i dati della Federazione hanno rilevato che le aggressioni contro il personale sanitario sono aumentate del 55%: episodi sempre più frequenti e violenti, con almeno 116 atti documentati in ogni Asl italiana. Un’emergenza percepita anche dai cittadini: secondo un recente sondaggio Demopolis-Today, il 67% degli italiani ritiene che la sicurezza negli ospedali e nei pronto soccorso sia peggiorata, mentre l’82% considera inaccettabile che medici e infermieri debbano operare in condizioni di rischio. “Non si tratta di casi isolati, ma di un fenomeno in crescita che mina il rapporto di fiducia tra cittadini e operatori”, sottolinea Migliore, ribadendo l’urgenza di misure concrete.
“Le norme che abbiamo richiesto, come l’arresto in flagranza differita, sono state approvate da questo Governo e Parlamento e ora vanno applicate”, ma “oltre alla sicurezza – precisa il presidente Fiaso – è urgente un profondo cambiamento culturale. La sanità pubblica italiana non è un bersaglio da colpire, ma un patrimonio da proteggere. Abbiamo uno dei migliori sistemi sanitari al mondo, un vero gioiello nazionale, eppure troppo spesso lo diamo per scontato e lo critichiamo invece di difenderlo”.
Fiaso propone da tempo “un nuovo patto di fiducia tra cittadini, istituzioni e operatori sanitari – ricorda Migliore – che preveda maggiori tutele per il personale, campagne di sensibilizzazione e l’uso di tecnologie avanzate per garantire ambienti più sicuri”. In particolare, “l’intelligenza artificiale può rappresentare un alleato strategico per migliorare la sicurezza negli ospedali e nei servizi di emergenza. Possiamo sfruttare strumenti di analisi predittiva per riconoscere situazioni a rischio in tempo reale e intervenire tempestivamente”.
“Dai sistemi di allerta intelligente, che rilevano segnali di aggressività nel tono di voce e nel linguaggio del corpo, ai pulsanti di emergenza Ai, in grado di attivare automaticamente le forze dell’ordine o la sicurezza interna, la tecnologia può fornire un supporto prezioso – è convinta la Federazione Asl e ospedali – Chatbot e assistenti virtuali potrebbero ridurre il carico sugli operatori sanitari, mentre l’analisi avanzata dei dati aiuterebbe a individuare le aree più vulnerabili, ottimizzando le risorse di sicurezza”.
“Non possiamo più aspettare – conclude Migliore – Serve un cambio di passo innovativo, a partire dalla narrazione sul Ssn, per garantire la sicurezza di chi lavora in sanità. Proteggere i nostri operatori significa proteggere il diritto alla salute di tutti”.
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