Equo compenso, pressing di Confprofessioni sul Governo
Il presidente Stella incalza Palazzo Chigi: «Subito un intervento per vietare definitivamente i bandi gratuiti della Pubblica Amministrazione. Un segnale per chiarire la posizione dell'esecutivo nei confronti di migliaia di professionisti»
In evidenza

«Un segnale concreto dal Governo e dal Parlamento per risolvere l’annosa questione dell’equo compenso dei professionisti». Confprofessioni in pressing su Palazzo Chigi per correggere la norma che ha introdotto il principio dell’equo compenso delle prestazioni professionali rese alla Pubblica Amministrazione. In una nota, il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, rilancia l’urgenza di arrivare in tempi rapidi a una soluzione che «vieti il conferimento di incarichi professionali gratuiti o il cui compenso non sia commisurato a compenso equo. I tempi sono maturi per precisare una volta per tutte la nullità dei bandi gratuiti della P.A e riconoscere l’effettivo valore economico delle prestazioni professionali» sottolinea Stella. «Se l’equo compenso non ha trovato spazio nell’ultima Legge di Bilancio, Governo e Parlamento possono ora chiarire la loro posizione nei confronti di migliaia di liberi professionisti, inserendo un emendamento ad hoc sull’equo compenso, magari all’interno del Milleproroghe in discussione in queste ore al Senato. Si tratta di una questione vitale per moltissimi professionisti, soprattutto dell’area tecnica già colpita da una dura crisi, che operano con la Pubblica Amministrazione», aggiunge Stella. «Chiediamo quindi che venga eliminato definitivamente il malcostume della P.A di conferire incarichi gratuiti negli appalti pubblici e di servizio. Al tempo stesso, è necessario arrivare anche a definire dei parametri di riferimento per l’equo compenso per tutte quelle professioni non regolamentate che non dispongono di criteri per la liquidazione giudiziale dei compensi».
Altre Notizie della sezione

Pensione forense, la Cassazione apre alla via transattiva
08 Settembre 2025Il rigetto del ricorso di Cassa Forense (sent. n. 2473/2025) conferma la correttezza del comportamento dell’iscritto. Una soluzione negoziata potrebbe prevenire ulteriori giudizi di rinvio e ricorsi destinati, con ogni probabilità, a premiare gli avvocati.

Le pensioni degli avvocati tra numeri e riforma
05 Settembre 2025Oltre 34 mila trattamenti erogati nel 2024 dalla Cassa Forense, con forti differenze di genere e l’avvio dal 2025 del calcolo contributivo pro rata. La riforma dell’ordinamento forense punta a ridisegnare equilibri tra professione, previdenza e welfare.

Le pensioni degli avvocati: più alte e più basse
04 Settembre 2025La rivista La previdenza forense n. 1/2025, che pochissimi aprono dal cellofan, alle pagg. 35 e seguenti, ha pubblicato I numeri dell’avvocatura 2024.