Follia woke all’Università di Bari
All'Ateneo spunta l'elenco delle parole proibite. Vietato dire “Buongiorno a tutti”.
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Pensavo che la follia fosse un caso isolato quando la cantante Francamente si è scagliata contro l’inno di Italia perché poco inclusivo. Ebbene mi sono dovuto ricredere. L’Università di Bari, sedicesima nel gruppo dei grandi atenei del rapporto Censis del 2024, ha deciso di adottare un linguaggio ampio dal punto di vista del genere e si è superata. Il senato accademico dell’ateneo, ha emanato un vademecum per “rispettare le differenze di genere”. Stilando la lista delle parole consigliate: il “Buongiorno a tutti” viene vietato. La prima indicazione è di boldriniana memoria, ossia rispettare i femminili professionali: “ingegnera”, “medica”, “banchiera” e la “fabbra”. O addirittura l’ex terza carica dello Stato ha stigmatizzato il comportamento dei fondatori dei Fratelli d’Italia che avrebbero dovuto chiamarlo “sorelle e fratelli d’Italia”. D’altra parte, proprio la Boldrini, dopo un delicato intervento chirurgico, riprese il primario che entrando nella camerata dove era stata ricoverata, salutò gli astanti “signori buongiorno”.
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