Educazione alla Legalità
A Montecatini studenti diventano pubblici ministeri, giudici, avvocati, testimoni e anche imputati.
In evidenza

Per tutto l’anno scolastico i ragazzi, riporta La Nazione, si sono preparati con professori, avvocati, magistrati, medici, psicologi, sociologi, per capire come si svolge e cosa succede in un processo minorile.
Già alla quinta edizione, il progetto quest’anno si chiamava ‘Ciak: un processo simulato per evitare un vero processo, sostenuto dall’Ufficio Scolastico Regionale toscano, con la sponsorizzazione della Sezione Toscana della Associazione Nazionale Magistrati.
Nella prima fase si è svolta una formazione condivisa tra i docenti delle varie scuole e gli operatori dell’Associazione (magistrati, avvocati, medici neuropsichiatri, psicologi, specialisti dell’età evolutiva, sociologi, pedagogisti), in cui gli studenti si sono cimentati, nelle vere aule giudiziarie messe a disposizione dai Presidenti del Tribunale per i Minorenni e del Tribunale ordinario di Firenze, nella simulazione di un processo penale minorile basato su fatti tratti dalla reale esperienza giudiziaria.
Al centro de percorso ideato per i ragazzi sono state affrontate tematiche come quelle relative al bullismo, al cyber bullismo, all’utilizzo di stupefacenti e altre situazioni, altrettanto diffuse e di allarme sociale, compresa la disanima delle sanzioni penali.
Ecco allora che gli studenti che hanno partecipato al progetto si sono cimentati nei ruoli di giudici, dei pubblici ministeri e degli avvocati, ma anche immedesimarsi nei ruoli di imputati minorenni o testimoni che quotidianamente sono presenti nelle aule giudiziarie.
Altre Notizie della sezione

I penalisti accusano i magistrati di collateralismo con Pd e Cgil.
11 Settembre 2025Parodi replica: «La riforma indebolisce l’indipendenza»

Riforma dell’esame di Stato per avvocati
11 Settembre 2025Come cambiano le regole e cosa aspettarsi nel 2025.

Riforma forense, tutte le novità in arrivo
11 Settembre 2025Il Consiglio dei ministri ha approvato il Ddl per la riforma dell’ordinamento forense, affidando al Governo la revisione organica della professione.