Nelle mani di 11 Casse il 25,3% di Banca d’Italia
Il «pacchetto» azionario della Banca d’Italia è per 1/4 (precisamente il 25,3% del totale) saldamente nelle mani di 11 Casse di previdenza dei professionisti.

Le percentuali vanno dal 4,93% a scendere vi sono innanzitutto Enpam (medici e odontoiatri), Cassa forense (avvocati) Inarcassa (architetti e ingegneri), poi Cdc (dottori commercialisti) e, a seguire, con delle quote di dimensioni via via più ridotte, si collocano Enpaia (addetti e impiegati in agricoltura), Eppi (periti industriali), Enpacl (consulenti del lavoro), Cnpr (ragionieri), Enpapi (infermieri), Enpab (biologi) e Enpap (psicologi). E, nell’assemblea dei partecipanti al capitale dell’Istituto di via Nazionale di ieri mattina, a Roma, quando il nuovo governatore Fabio Panetta ha annunciato che il bilancio del 2023 si è chiuso con un utile netto di 815 milioni, l’Adepp, l’Associazione che riunisce 20 Enti pensionistici ed assistenziali privati, ha espresso «apprezzamento» per i risultati di consuntivo raggiunti. A parlare, a nome dell’organismo, il presidente di Cassa forense Valter Militi: «Anche in un contesto così delicato e difficile, come quello dell’anno appena trascorso», ha affermato, Bankitalia «ha conseguito risultanze reddituali che consentono la previsione di un dividendo (200 milioni) che giudichiamo congruo. Inoltre, il Consiglio superiore ha approvato l’utilizzo per 140 milioni della posta speciale per la stabilizzazione dei dividendi, così da integrare gli utili distribuiti». In considerazione di ciò, ha poi argomentato la guida dell’Ente degli avvocati, «l’importo complessivo corrisposto ai partecipanti sarà di 340 milioni, in linea con quello distribuito negli anni scorsi» (si veda anche ItaliaOggi del 1° aprile 2023). Secondo l’Adepp, infine, le scelte effettuate da Palazzo Koch «attestano da un lato la lungimiranza dell’Istituto nel perseguire, negli anni passati, un’azione di rafforzamento patrimoniale» e, dall’altro, «confermano la credibilità della Banca nel tener fede agli impegni assunti nei confronti dei partecipanti», ha concluso Militi.
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