Studi professionali, il contratto spinge l’apprendistato
Nell'accordo nazionale non solo aumenti e welfare. Anche le misure per favorire l'accesso dei più giovani al mondo del lavoro.
Finalmente la fumata bianca per il contratto nazionale degli studi professionali. Un accordo atteso da sei anni, scaduto nel 2018, e condotto in porto, dopo una lunga trattativa, da Confprofessioni, per la parte datoriale, e dalle organizzazioni sindacali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs: avrà una durata triennale e coinvolge circa un milione di lavoratori degli studi professionali.
«È stata una trattativa lunga e complessa – spiega Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni – anche a causa di un contesto economico e sociale condizionato dalla pandemia e dalle spinte inflattive causate dalle crisi internazionali, che hanno avuto un forte impatto sugli studi professionali. Il risultato dell’intesa è senza dubbio soddisfacente, perché è stato trovato un punto di equilibrio tra le diverse esigenze di dipendenti e datori di lavoro».
Il primo pilastro del nuovo accordo è rappresentato dall’aumento in busta paga ormai fermo da quattro anni.
«L’aumento retributivo – continua il presidente di Confprofessioni – ha tenuto conto delle dinamiche inflattive e dei cambiamenti in atto nel mercato del lavoro che impattano sugli studi professionali. I dipendenti degli studi professionali sono sempre di più merce rara, sarebbe stato un grave rischio perderli per motivi economici anche se, è bene ricordarlo, il mondo delle professioni non sta attraversano un momento economicamente florido».
Il secondo pilastro non poteva non essere un sostegno di secondo livello bilaterale per rafforzare il welfare a
sostegno dei dipendenti e dei datori di lavoro del settore. «Una particolare attenzione è stata posta sul welfare, ulteriormente rafforzato e che da sempre caratterizza la storia contrattuale degli studi professionali – sottolinea Stella -. Un obiettivo di cui siamo molto fieri è l’allargamento dell’assistenza sanitaria integrativa anche ai familiari dei dipendenti degli studi professionali. Un focus particolare viene posto anche sulla prevenzione con l’introduzione di una giornata di permesso per effettuare visite e check up».
L’ipotesi di rinnovo introduce una disciplina dell’apprendistato nelle sue tre tipologie per rendere più dinamico l’accesso dei giovani al mercato del lavoro, un aspetto quanto mai strategico nell’attuale panorama degli studi professionali sempre a caccia di giovani talenti. «Abbiamo compreso l’apprendistato di primo livello, quello che si può svolgere alla fine della scuola media, quello di secondo livello, cosiddetto professionalizzante, che si può svolgere dopo il diploma. Ma la novità più importante riguarda quello post laurea: in pratica, i neo laureati che lavorano come dipendenti presso uno studio professionale possono utilizzare l’apprendistato per l’accesso all’Albo».
Altre Notizie della sezione
Tagli alla Giustizia, l’allarme degli avvocati romani: “Così si ferma il Paese”
27 Ottobre 2025Il presidente dell’Ordine di Roma, Graziani, denuncia i 40 milioni in meno previsti nel 2026: “Servono investimenti, non riduzioni, per ridare fiducia e velocità ai tribunali”.
Il Consiglio europeo. Ventisette tacchini che si spartiscono angoli dell’aia
24 Ottobre 2025La super mega riunione di ieri tratta di guerra in Ucraina, sanzioni alla Russia, Medio Oriente, green, migranti, casa… Praticamente l’universo mondo. Ma non decide niente anche perché non ne ha i poteri. Dentro gli oscuri meandri dell’Ue.
Una magistratura “proprietaria” degli edifici in cui si amministra la giustizia
23 Ottobre 2025L’Associazione nazionale magistrati sta organizzando nei tribunali delle “giornate della giustizia” per presentare il comitato per il No alla riforma della separazione delle carriere. Svolgere campagne elettorali in questi luoghi rischia di compromettere l’affidamento dei cittadini nella neutralità della giustizia.
