A Roma dal 2 marzo il congresso giuridico del Cnf per la formazione di 1400 avvocati
Al via a Roma, dal 2 al 4 marzo, l’appuntamento formativo nazionale per gli avvocati organizzato dal Consiglio nazionale forense.
In evidenza
Il Congresso giuridico per l’aggiornamento professionale è oggi alla sua decima edizione: un’occasione di formazione per la categoria, che dà diritto a un massimo di 20 crediti, per analizzare e approfondire, in questa fase di debutto delle nuove regole processuali, le molteplici sfaccettature del diritto, le novità delle riforme e le sue applicazioni nella professione.
Il congresso giuridico, organizzato dal Cnf in collaborazione con la Scuola superiore dell’avvocatura, aprirà giovedì 2 marzo alle 11.30 presso l’Auditorium del Massimo (Via Massimiliano Massimo, 1 – Roma). Sarà una full immersion in ogni branca del diritto con 9 sessioni formative, circa 100 relatori, tutti esponenti della cultura giuridica nazionale ed europea, 40 seminari monotematici dedicati ai temi più importanti del diritto in questo momento, a partire dal nuovo rito civile, la cui entrata in vigore, anticipata di 4 mesi, è prevista il 1° marzo.
Iscrizioni aperte da oggi lunedì 13 febbraio alle ore 12 sul sito www.congressogiuridicoforense.it. La partecipazione, fino ad un massimo di 1400 posti, è riservata agli avvocati e ai praticanti.
Altre Notizie della sezione
«Mi appello a tutti i candidati alle Europee».
03 Maggio 2024Il responsabile Giustizia di Azione, Enrico Costa, lancia un decalogo affinché gli eletti a Strasburgo si impegnino per la presunzione d’innocenza e il rispetto dello Stato di diritto in Ue.
Dal sit in di Roma ai territori di tutta Italia
02 Maggio 2024Ritorniamo sulla manifestazione del 19 Aprile in ragione della enormità delle sollecitazioni che stiamo ricevendo, assolutamente esorbitanti rispetto al numero delle partecipazioni.
Zuncheddu, giustizia a metà: per i giudici non è colpevole, ma neanche innocente
23 Aprile 2024Nelle motivazioni della sentenza di assoluzione le frecciatine contro il clamore mediatico: «Pesante condizionamento». La difesa: «Non risarcirlo dopo 33 anni di ingiusta detenzione significherebbe forzare ogni norma»