L’assegno di cittadinanza è a rischio per 920 mila italiani.
La premier Meloni è pronta a toglierlo a coloro che lo percepiscono ma possono lavorare.
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La battaglia contro il reddito di cittadinanza è già iniziata, dopo che se ne era già parlato molto durante la campagna elettorale. L’opposizione del Movimento 5 Stelle non è servita, perché il programma ufficiale di Fratelli d’Italia è sempre stato molto chiaro sull’argomento. “Abolire il Reddito di cittadinanza per introdurre un nuovo strumento che tuteli i soggetti privi di reddito, fragili e impossibilitati a lavorare o difficilmente occupabili: disabili, over 60, nuclei familiari con minori a carico” si legge nel programma. La soluzione, per Giorgia Meloni, è quella di mandare a lavorare tutti coloro che possono farlo. Lo ha confermato anche nel suo discorso in Aula a Montecitorio. “Ai pensionati in difficoltà o agli invalidi non sarà negato il doveroso aiuto dello stato. Per altri, per chi è in grado di lavorare, la soluzione non è il reddito di cittadinanza ma il lavoro, la formazione e l’accompagnamento al lavoro” ha spiegato la premier.
La premier è convinta che il reddito di cittadinanza è stata una sconfitta “per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia, per sè e per la sua famiglia“. Giorgia Meloni ha ottenuto l’appoggio del centrodestra, mentre è calato il gelo da parte del M5S di Conte. L’unica soluzione prevista sembra essere l’abolizione del reddito, ma non per tutti. Sui 2,3 milioni di percettori, come svelato da un rapporto dell’Anpal del 30 giugno, in 920 mila italiani sono considerati in grado di lavorare. Il 40% di chi oggi riceve il reddito rischia di doverci rinunciare. L’unico modo per riuscire ad arrivare a fine mese, per queste persone, è lavorare. Rimane il problema della formazione, molto importante per introdurre le persone nel mondo del lavoro.
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