Canone Rai. Le repliche estive. Un motivo per odiarlo di più
L’imposta per il possesso di un apparecchio tv, il cosiddetto canone, si paga a prescindere del proprio gradimento per il risultato del servizio di Stato di informazione e intrattenimento.
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La “più grande organizzazione culturale italiana”, o “l’offerta editoriale più ampia d’Europa”, come più di qualcuno osa chiamare il caravan serraglio dei partiti che la governano, prende più di 1,7 miliardi di euro all’anno per garantirci un servizio che, però, è fatto molto di repliche durante la stagione estiva (1). Quest’anno, a differenza degli scorsi, i tg hanno da parlare delle elezioni dei loro partiti, per cui sono meno monotematici degli altri anni (estate bla bla).
A occhio e croce, 5 dei miliardi che prendono, in estate servono per mandare in onda repliche che, volendo, sarebbero visibili a scelta su Rai Play.
Scelte editoriali che non hanno riflessi sull’importo del canone di 90 euro annuali che viene implacabilmente prelevato dalla bolletta elettrica (2).
È giusto?
Domanda che possiamo solo auspicare venga fatta propria dalla Commissione parlamentare di vigilanza, ché noi sudditi non abbiamo voce in capitolo… si pensi che nel 1995 (caso unico in cui come utenti fu consentito di dire la propria sulla tv di Stato) fu vinto un referendum in cui si chiedeva la privatizzazione della Rai… stiamo ancora aspettando.
Temiamo che nessuno consideri questa richiesta. I parlamentari sono impegnati – vigente l’ordinaria amministrazione delle istituzioni fino al voto – per farsi rieleggere, e temiamo che questa richiesta sia proprio straordinaria.
1 – per esempio: Le vacanze di camper, Techetecheté, SuperQuarck, Cavalli di battaglia
2 – fino alla fine dell’anno, ché poi non si sa come pretenderanno questo pagamento: https://tlc.aduc.it/rai/articolo/canone+rai+delirio+imposta+assurda+autonomie_35000.php
Qui il canale web di Aduc sul canone Rai: https://tlc.aduc.it/rai/
Comunicato stampa dell’Aduc
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