Unione europea verso l’implosione? Mercati e libertà
Il balletto burocratico del Consiglio europeo per l’avvio della procedura all’ingresso di Ucraina, Moldavia e Georgia sembra essere più pericoloso di quanto non appaia dalle cronache di Bruxelles

Non si tratta di aderire al club del golf della tranquilla cittadina di provincia, ma di ciambelle di salvataggio da lanciare in un mare in tempesta, tirarle a bordo e armare i salvati con la forza di democrazia, diritti, giustizia e libertà.
E’ significativo che in questi giorni si facciano anche più insistenti le pressioni all’ingresso di Bosnia Erzegovina, Albania, Serbia e Macedonia del Nord dove, quest’ultima in particolare, bloccata dal veto della Bulgaria per un suo conflitto culturale, linguistico e storico con Skopje. Insomma i particolarismi nazionali hanno sempre la meglio su una realtà e un progetto – l’Ue – che dovrebbe essere proprio il superamento delle nazioni.
Ci siamo illusi dopo il viaggio di Mario Draghi, Emmanuel Marcron e Olaf Scholz a Kiev? No, le azioni hanno significati maggiori di qualunque procedura e burocrazia. A maggior ragione quando in corso una guerra. E questo viaggio ha un significato, dovendo portare questi leader fino a Tbilisi/Georgia e nelle altri capitali degli attuali aspiranti all’Unione.
L’offensiva delle truppe di Putin si basa sull’idea russa di debolezza dell’Unione. Le persone scese in piazza a Tbilisi, e le altre che auspichiamo dovrebbero fare altrettanto in tutte le capitali dell’Unione, possono invece affermare il contrario.
L’Europa una realtà, il nuovo che avanza e dà sicurezze e giustizia. Mercati e libertà non sono slogan di dottrine liberiste, ma realtà che alcuni Paesi oggi in Ue stanno vivendo e implementando. Realtà che non vivono di confini e limitazioni, ma trovano ragion d’essere proprio nel non avere confini e limitazioni.
L’occasione dei nuovi ingressi va colta a volo, prima che l’Ue imploda divorando se stessa, attorcigliandosi sotto la pressione russa e ammanettandosi in un dualismo Usa/Russia che ci può riguardare solo perché alleati degli Usa ma non dipendenti da essa.
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