Il Credito Popolare fondamentale per lo sviluppo di un’economia sostenibile
Presentati al PalabancaEventi di Piacenza due volumi in argomento del segretario generale di Assopopolari Giuseppe De Lucia Lumeno. Relatori Manrico Bissi e Gianmarco Maiavacca
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Si è parlato di economia sostenibile questa sera al PalabancaEventi di via Mazzini: occasione, la presentazione – organizzata dalla Banca di Piacenza in Sala Panini – dei volumi “Manifesto del Credito Popolare sull’economia sostenibile” e “La cooperazione come alternativa: sostenibilità, economia circolare e oltre”, curati dal segretario generale di Assopopolari Giuseppe De Lucia Lumeno.
Manrico Bissi ha posto l’accento sul ruolo delle Banche Popolari come cerniera dei sistemi economico, sociale e istituzionale, facendo rilevare come il Manifesto elaborato dal Credito Popolare sull’economia sostenibile (che si connette agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu) sia la testimonianza e, nello stesso tempo, la prova che il sistema delle Popolari vive col territorio e per il territorio. «Nel primo libro – ha spiegato l’arch. Bissi – viene presentata una ricerca della Bce, uno stress-test di come reagirebbero i mercati produttivo e bancario di fronte a due scelte fatte in base ai modelli di sviluppo da qui al 2050: o continuare nelle strategie produttive attuali senza considerare la sostenibilità, oppure tenere conto dei problemi ambientali e investire in tecnologia per ridurre le emissioni e contrastare il cambiamento climatico; in buona sostanza, attuare una conversione del sistema economico-produttivo». In questo secondo caso è chiaro che le imprese subirebbero dei contraccolpi nell’immediato, che entro il 2050 si trasformerebbero però in benefici. Al contrario, far finta di niente porterà a un punto di rottura che provocherà danni enormi nel prossimo futuro. Quindi, investire in sostenibilità oggi significa evitare problemi domani.
Ma in tutto questo che ruolo hanno le Popolari? «Una funzione fondamentale nell’accesso al credito – ha argomentato l’arch. Bissi – perché essendo banche legate al territorio sono vicine alle imprese che investono anche e soprattutto in sostenibilità. Non solo. Gli Istituti Popolari, banche cooperative, sono molto attenti al sociale. E con la pandemia sono stati in prima linea, attraverso le moratorie, nel garantire liquidità a famiglie e imprese». Il relatore ha concluso il suo intervento ricordando uno dei passaggi dell’introduzione che il presidente di Assopopolari Corrado Sforza Fogliani ha scritto nell’introduzione al primo libro del dott. De Lucia: “Ma mentre il clima pare – in più parti e da più parti – essere diventato il cavallo di Troia di una ideologia anticapitalista e antioccidentale, il nostro Manifesto indica con grande concretezza gli obiettivi di sviluppo sostenibile che la cooperazione bancaria persegue: da quello di porre fine alla povertà in tutte le sue forme a quello di volere che si intraprenda un’azione urgente per combattere il cambiamento del clima; da quello di garantire l’accesso ai servizi energetici, economici ed affidabili e così via”. «No dunque – ha sottolineato l’arch. Bissi – all’ambientalismo come ideologia, ma economia di mercato vista non come problema, ma come soluzione».
Gianmarco Maiavacca dal canto suo ha fatto cenno al differente approccio delle multinazionali al problema della sostenibilità, dovuto al fatto che risentono meno delle conseguenze del cambiamento climatico, soffermandosi poi sull’organizzazione e sull’attività del Credito Popolare a sostegno dei territori d’insediamento.
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