Dopo 10 anni nuovo codice deontologico professioni infermieristiche
A dieci anni dalla sua ultima revisione, arriva il nuovo Codice deontologico delle Professioni Infermieristiche
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Questi, in linea generale, i principali punti contenuti nel documento: l’infermiere è agente attivo nel contesto sociale a cui appartiene e in cui esercita; il suo tempo di relazione è tempo di cura; riconosce che la contenzione non è un atto terapeutico; non si sostituisce ad altre figure professionali; ha una posizione di protezione dei confronti del cittadino assistito; presta particolare attenzione alla cura del dolore e al fine vita; ha libertà di coscienza; utilizza mezzi informatici e social media per comunicare in modo scientifico ed etico, ricercando il dialogo e il confronto; cura la propria persona e il decoro personale; non svolge attività di natura consulenziale e peritale se non è in effettivo possesso delle specifiche competenze. Il nuovo Codice, già in vigore dallo scorso aprile, è stato approvato dai 102 presidenti del Consiglio nazionale ed è composto da 53 articoli. A presentarlo ufficialmente oggi a Roma,nel corso di una conferenza stampa, la Fnopi-Ordini delle professioni infermieristiche (il maggiore d’Italia con i suoi oltre 450mila iscritti). A partecipare all’evento, tra gli altri, il ministro della Salute, Giulia Grillo, il presidente della commissione Sanità del Senato, Pierpaolo Sileri, la presidente della Fnopi, Barbara Mangiacavalli, e il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli. “Il mondo degli infermieri, che conta il numero più grande degli operatori in sanita’- ha detto il ministro Grillo- per noi è certamente fondamentale. Sono loro ad impiegare più tempo a contatto diretto con i pazienti e con i loro familiari. Proprio per questo ritengo che possano davvero avere un ruolo cardine nel dialogo con loro, facendo ricrescere quel senso di fiducia che i cittadini hanno un pò perso sia nei confronti del mondo delle istituzioni, in generale, sia nella possibilità di credere nell’efficacia di un metodo scientifico che ha dimostrato di essere valido. In questo senso penso che gli infermieri possano darci una mano e che, quindi, vadano valorizzati. Ci sono poi una serie di loro istanze che dobbiamo studiare e portare avanti, ma gli infermieri hanno tutto il mio appoggio”. Il nuovo Codice deontologico, ha poi fatto sapere la presidente Fnopi Mangiacavalli, riconosce l’infermiere “come professionista e come persona; riconosce il cittadino come curato e come persona; riconosce la società nella quale viviamo e quella in cui vorremo vivere; riconosce la normativa attuale e ne prefigura la sua evoluzione. Ecco quindi che il senso di questo (ri)conoscere racchiuso nel nostro documento guida è la rete, il collegamento, le connessioni, le relazioni. Noi infermieri dobbiamo avere una solida identità professionale, che poggia su altrettanto solide conoscenze scientifiche e che sono mantenute costantemente aggiornate, messe in discussione, rivisitate e aggiornate e che ci aiutano a entrare in relazione con la persona assistita, perchè l’unico nostro strumento che rinforza e rinsalda la nostra identità non ha a che fare con la tecnologia o con il management, ma è la relazione con l’assistito che è, e deve essere sempre, dal punto di vista della competenza- ha concluso- all’altezza della situazione assistenziale che si presenta”.
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