L’annus horribilis delle Partite IVA: la fotografia del MEF
La sintesi dei dati 2020 fotografa il calo delle aperture e il boom di nuove attività estere di e-commerce.
I dati dell’Osservatorio sulle Partite Iva curato dal Ministero dell’Economia, riferiti al 2020, tracciano uno scenario sconfortante come era facile aspettarsi. L’incertezza economica e operativa ha per prima cosa ha costituito un freno alle aperture: -19,5% per le società di persone, -16,3% per le società di capitali e -15,7% per le persone fisiche.
Riguardo alla ripartizione territoriale, tutte le Regioni mostrano un calo di avviamenti, più marcati nelle Marche (-19%), in Liguria (-18,7%) e in Toscana (-17,6%). Di contro, sono schizzate le nuove partite IVA di soggetti non residenti (+42,9%), dovute all’aumento delle vendite on-line che ha reso florido il settore e-commerce.
La classificazione delle nuove Partite IVA per settore produttivo evidenzia infatti he il commercio continua a riguardare il maggior numero di aperture (il 20%). Seguono le attività professionali (16,3%) e l’agricoltura (10,8%). Tutti i comparti hanno registrato una grave flessione in termini di nuove aperture: -34,1% alloggio e ristorazione, -33,5% attività sportive e intrattenimento, -24% manifatturiero.
Per quanto riguarda le persone fisiche, il 48% delle nuove partite IVA è stato avviato da giovani under 35 anni. Il 17,1% degli avvianti è nato all’estero. Il ricorso al regime forfetario con flat tax al 15% (che comunque riguarda il 46,4% delle nuove aperture di partita IVA), ha registrato un calo annuo del 18%. Per la prima volta, il Mef dà conto alle delle chiusure: nel 2020 sono state il 25% in meno rispetto al 2019, sostenute forse dai vari ristori e contributi a fondo perduto. C’è anche da dire che sono dati provvisori in alcuni casi (alcuni contribuenti potrebbero comunicare tardivamente l’avvenuta cessazione di attività). Inoltre, vanno valutati anche i casi, non noti al MEF al momento della stesura del report, dei vasi casi di mancata comunicazione di chiusura della partita Iva al momento della cessazione dell’attività.
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