Consulenti del lavoro: ridurre la ritenuta d’accanto al 2%
Per aiutare i professionisti, l'Associazione nazionale consulenti del lavoro propone la riduzione della ritenuta d’acconto al 2% in sostituzione dell’attuale 20%

L’emergenza sanitaria del Coronavirus e le relative politiche di contenimento adottate dal governo stanno mettendo a dura prova l’economia del nostro Paese.
Al fine di superare questo periodo di crisi, il presidente dell’Associazione nazionale consulenti del lavoro, Dario Montanaro, chiede al Governo l’introduzione di una piccola misura che potrebbe, quantomeno, migliorare la disponibilità di liquidità dei professionisti.
Si tratta della riduzione della ritenuta d’acconto al 2% in sostituzione dell’attuale 20%. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Il presidente dell’Associazione nazionale consulenti del lavoro, Dario Montanaro, attraverso una recente nota, propone all’esecutivo l’introduzione di una misura per migliorare la disponibilità di liquidità dei professionisti.
La misura consiste nella “riduzione della ritenuta d’acconto, straordinaria e limitata nel tempo (almeno fino alla fine del 2021), quantificata in un simbolico 2% in sostituzione dell’attuale 20%”.
L’introduzione di un simile provvedimento, viene chiarito nella nota “comporterebbe il mantenimento dell’obbligo dichiarativo del sostituto d’imposta ma, al contempo, offrirebbe maggiore disponibilità di liquidità al professionista”.
L’Esecutivo, continua Montanaro, “potrebbe altresì prevedere l’anticipo delle attività di conguaglio delle ritenute, sempre al fine di garantire al professionista maggiore liquidità. In poche parole, i soldi trattenuti ai professionisti siano messi, prima, a disposizione dei professionisti stessi che pagano le tasse”.
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