Cassa dottori commercialisti. Via all’aumento dei montanti
Dopo ok dei ministeri va all'1,5% la contribuzione per iscritti Cnpadc
Un (ulteriore) passo in avanti per assicurare ai dottori commercialisti delle pensioni più “ricche”: i ministeri vigilanti (Lavoro ed Economia, ndr) hanno, infatti, approvato la delibera della Cassa previdenziale di categoria (Cnpadc) che, “prevedendo la proroga per il decennio 2023-2032 del meccanismo di accredito di quota parte della contribuzione integrativa sui montanti degli iscritti, ne aumenta anche la percentuale relativa”. Si tratta, fa sapere l’Ente, di una misura che “era stata temporaneamente riconosciuta per il periodo dal 2013 al 2022, e prevedeva che una percentuale pari all’1% del volume d’affari Iva del professionista venisse accantonato sui montanti individuali, in misura inversamente proporzionale all’anzianità contributiva”.
Adesso, per i professionisti associati alla Cassa, “oltre ad allungarsi il periodo di beneficio, si innalza la quota riconosciuta sui montanti, che passa all’1,5%, con l’effetto di incrementare l’adeguatezza delle prestazioni previdenziali nella parte calcolata con il metodo contributivo”. Per il presidente della Cnpadc Walter Anedda la decisione adottata “è stata quella di incrementare i trattamenti pensionistici in un’ottica di maggiore equità intergenerazionale, garantendo pensioni più adeguate agli iscritti più giovani che, per i meccanismi previsti dal calcolo contributivo, rischiano di percepire pensioni molto più contenute rispetto ai loro colleghi più anziani. A ciò si aggiunga che – spiega – valorizzando ulteriormente sul piano previdenziale la componente di contribuzione calcolata sul volume di affari, si disincentiva la prassi di fatturare parte delle prestazioni per tramite le società di servizi”, conclude Anedda.
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